domenica 21 novembre 2010

La vera storia inventata di www.santaclaus.com

Correva l'anno 1998 quando, il giovane Seymoure Pawkins, venne folgorato dalla strabiliante idea di fornire al vecchio portatore panciuto di regali un identità telematica, diventando il fondatore di santaclaus.com. Seymoure era un ragazzo giovane, nonostante i lineamenti. Nato in un piccolo paese dell'entroterra americano, Blackwater Tennessee, era cresciuto in un ambiente informaticamente stimolante. Il padre, Nathan Pawkins, era programmatore in una piccola società di software per stampanti. Ma non di quei software che semplificano la vita o che fanno funzionare meglio. Il suo compito era quello di creare codificazioni sempre diverse di modo che ogni stampante avesse una percentuale di fallimento nell'installazione pari al 65%. Fu un vero affare per tutte le più grandi aziende del settore che in breve tempo si rivolsero a lui per creare problemi e quindi rendere impossibile il funzionamento corretto dei loro prodotti. Una variabile necessaria per tenere il compratore per le palle. Seymoure quindi sapeva benissimo come fare soldi, come farli velocemente e nel modo più scorretto possibile. Con il modico investimento di 34$ a quattordicianni era l'unico proprietario del dominio www.santaclaus.com. Grazie all'aiuto del padre in poco tempo aveva una mail perfettamente funzionante: dear@santaclaus.com, un sito pressochè mediocre con povere gif animate di renne dal naso rosso, uno sfondo luccicante di Babbo Natale che sorride delicato mentre il fuoco del camino illumina la stanza e l'indirizzo e-mail enorme e lampeggiante al centro. Ora gli serviva pubblicità, tanta. Visibilità, ancora di più. Ma soprattutto tanta, tanta fortuna. All'epoca google non funzionava ancora perfettamente e vi erano tanti altri concorrenti che ne minacciavano l'assoluta egemonia. L'algoritmo che lo regolava era imperfetto e nessuno sapeva se avrebbe retto alla prova delle masse che si stavano per affacciare sul web alla soglia del nuovo millennio. Così, per una serie di improbabili quanto fortunate coincidenze, fu proprio Sergey Brin (inventore di Google) a sentire il compulsivo bisogno di rendere la propria creazione un faro in questo mare di novità che era la rete. Era dicembre, di neve non se ne era ancora vista ma di spirito natalizio ce ne era fin troppo. La decisione fu rapida: Google doveva essere il motore di ricerca di Babbo Natale. Gli ci volle un attimo per trovare il sito di Seymoure e in men che non si dica ecco che la mail lampeggiava esattamente sotto la barra dove inserire l'oggetto delle ricerche. Seymoure faceva colazione come tutti i giorni, il sito era stato aperto ad aprile, largamente in anticipo rispetto alle festività. Fino ad adesso aveva ricevuto solo 3 mail. Tutte e 3 di un coetaneo suo vicino di casa che, con il suo 56k, lo sfotteva per aver buttato via dei dollari in un idea idiota. Dopo aver sparecchiato accese il computer, rimanendo alquanto sorpreso nel vedere che la sua casella postale aveva ricevuto 89 mail di bambini e genitori. Le lesse tutte quante con calma, ridendo per l'assurdità di alcune richieste. Era domenica, quindi non doveva andare a scuola e fuori era brutto tempo. Pensò di usare il tempo a disposizione per rispondere a tutti. In poco tempo e dopo tanti Oh-oh-oh aveva finito, era felice e si sentiva utile. Quella sensazione di gioia che ci da l'aiutare qualcuno, il dare speranza a chi non ne ha. In un attimo la mail fu nuovamente invasa. Da un lato era molto lusingato da tali attenzioni, da un altro iniziava ad essere spaventato. Gli ci volle l'intero pomeriggio per rispondere a tutti. Verso sera la casella era ingolfata da più di 3000 mail, alcune in triplice copia per essere sicuri. Qualunque essere umano normale sarebbe impazzito, Seymoure no. Iniziava a sentire in lui il potere della gioia natalizia. Si sentiva una divinità, anzi, ancora di più, si sentiva la festività per eccellenza. Lui, all'età di 14 anni, era diventato Babbo Natale. Passò tutta la notte a rispondere. In pochi giorni, data la sua straordinaria efficenza, mezzo mondo aveva ricevuto una cordiale mail di ringraziamento con un simpatico Oh-oh-oh dorato alla fine. Ma Seymoure sapeva di poter fare di più. Tutto quel sonno perso doveva iniziare a tornargli indietro sotto forma di denaro. Così iniziò ad inserire le coordinate bancarie del suo conto da studente, esattamente dopo la firma Oh-dorata. Ma fu ben attento dal non specificare nelle lettere di fare un versamento. Non voleva essere accusato di truffa, quindi lui lo mise là, in piccolo, appena leggibile. Uno spunto. Una cosa talmente assurda che solo un idiota ci sarebbe potuto cascare. E il primo idiota fu Walter J. Beaff, canadese d'adozione. Era talmente emozionato dall'aver ricevuto risposta da Babbo Natale che non ci pensò su due volte e fece il versamento. Il ragionamento fu semplice: ho chiesto a Babbo Natale le nuove scarpe della Nike magiche che fanno fare i salti come Michael Jordan, lui ha detto che mi può mandare la parte magica ma che la parte scarpa deve procurarsela come tutti quanti, quindi io gli anticipo il costo della scarpa, lui penserà poi al resto. Walter J. Beaff aveva 34 anni, credeva in Babbo Natale ed era idiota dalla nascita. Oramai era passata una settimana, Seymoure, per riuscire a rispondere a tutte le mail, fingeva di essere malato da altrettanto tempo. Non viveva più se non per digitalizzare una risposta ai sogni del mondo intero. Venerdì mattina fu la banca del suo paese ad essere sorpresa. La madre di Seymoure ricevette la telefonata da un impiegato che le diceva di essere mortificato a nome della struttura per cui lavorava, ma che non potevano più fornirgli il servizio fino ad adesso assicurato. Il conto del figlio aveva fatto aumentare il capitale interno del 300% ed era oramai insostenibile riuscire a garantire una liquidità così imponente. Così le chiesero gentilmente di spostare almeno una parte dei soldi presso una struttura più adatta alle sue esigenze. La madre non capiva, pensò ad uno scherzo di cattivo gusto e corse in banca per parlare con il titolare. Fu un ambulanza a riportarla a casa. Era svenuta quando, domandando l'importo del conto del figlio, le era stata risposta una cifra che si aggirava intorno ai 10 milioni di dollari. Seymoure era così diventato contemporaneamente sia il più giovane Babbo Natale che la storia avesse mai conosciuto che il più giovane milionario che internet avesse mai generato. Una volta sveglia iniziò a martellarlo di domande, voleva sapere da dove venivano tutti quei soldi, in che cazzo di casino si era andato ad infilare. Ottenne risposta soltanto quando il padre tornò a casa da lavoro. Insieme ricostruirono l'assurda storia che li aveva portati ad essere i genitori di un truffatore così abile quanto dedito al suo ruolo. Ma oramai, alla luce dei fatti, era impossibile restituire i soldi a tutti. Anche volendo non sarebbero mai riusciti a risarcire tutti i donatori senza l'aiuto della banca che li aveva appena scaricati. Fu allora che a Seymoure venne un altra idea. Se Babbo Natale fosse esistito veramente adesso starebbe preparando tutti i regali, aiutato dai folletti e dalle renne. Gli serviva qualcuno che andasse a comprare i regali, qualcuno che lo aiutasse nell'imballarli e ancora qualcun'altro che lo aiutasse a spedirli. Al sentire quelle parole i suoi genitori si arrabbiarono con lui ancora di più, fu il loro avvocato a convincerli che forse quella era davvero la soluzione più semplice e logica per questa delicata questione. Grazie ad alcune conoscenze altolocate riuscirono a convocare in brevissimo tempo una riunione d'emergenza all'interno del municipio di Blackwater. Erano arrivati tutti, i rappresentanti dei negozi del paese, il responsabile delle poste, il direttore della locale fabbrica di cartoni, l'associazione Anziani per i Bambini, il centro Lavoro per Messicani e il direttore della scuola. Convennero tutti che il tempo era poco e che non sarebbero mai riusciti a fare davvero tutti quei regali, che le poste non sarebbero mai state in grado di spedire tutti quei pacchi e che era praticamente impossibile mettere ordine in tutto quel casino. Fu nuovamente Seymoure a capire che bisognava mettere in riga questa massa di adulti senza fantasia in quel momento di confusione e frustrazione. Carico della posizione che internet gli aveva affidato si rimboccò le maniche e iniziò a dare ordini a tutti. I negozianti, guidati dalle migliaia di email stampate grazie all'aiuto del padre redento di Seymoure, fecero degli improvvisi ordini di massa dai loro fornitori, che furono ben felici di soddisfare. Nel frattempo, gli anziani dell'associazione Anziani per i Bambini e i messicani del centro Lavoro per Messicani, iniziarono a preparare le scatole, prese dalla vicina fabbrica di cartoni, finalmente felice di essere utile per la comunità. Nel giro di una settimana interminabile tutto era quasi pronto. Ogni autoveicolo del paese venne utilizzato per trasferire i pacchi, che per necessità di spazio erano stati imballati nella scuola locale, verso il centro smistamento delle Poste. Fu proprio questa fase finale quella più delicata. E fu proprio in questa fase che subentra la fantascienza natalizia. Nessuno sa esattamente che cosa successe, ma per la prima volta dopo 150 anni dalla sua fondazione, il sistema delle poste americane funzionò. Non meglio o peggio rispetto al passato. Semplicemente, funzionò. In quella settimana, l'ultima di Dicembre, furono spediti ben 4677 scatole contenenti i più disparati desideri che il mondo avesse mai generato nella sua totale innocenza. Il 25 sera, Seymoure e la sua famiglia rientrarono a casa stremati, consapevoli di aver fatto qualcosa di incredibile. Di averlo fatto soprattutto per gli altri, perchè la loro casa era vuota, senza nessun addobbo, solo stampanti e carta, ovunque, carta piena di desideri altrui. Il conto banca era stato svuotato, così come i negozi locali che registrarono un incasso mai visto. Il piccolo paese di Blackwater Tennessee era diventato ufficialmente la succursale minore del polo nord. Seymoure Pawkins, da milionario, era tornato ad essere un ragazzino con un sito scomodo. Nello stesso momento, in un altra nazione, Walter J. Biff stava scartando uno strano pacco che gli era arrivato dall'america. Erano le sue scarpe, le sue Air Jordan della Nike, modificate con un pennarello dorato. Ai lati Seymoure aveva pensato bene di aggiungere a mano la scritta: magic is in the Air Jordan. Il giorno seguente Walter J. Biff si svegliò presto, sovreccitato da quell'inaspettato regalo, indossò le scarpe e corse in strada per provarle. Fu portato d'urgenza in ospedale il pomeriggio stesso, nella foga del momento aveva eseguito una perfetta schiacciata senza calcolare però che il suolo del campo nel quale si allenava sempre era diventato una lastra di ghiaccio. Babbo Natale può rendere magiche delle scarpe, ma non può renderti meno idiota di quello che sei.