sabato 30 ottobre 2010

Occhi che tubano.

Prendi un essere umano, mettigli il potere fra le mani, digli di fare ciò che vuole.
Agirà per se.

Non si era mai fidato degli uomini, non capiva perchè fossero stati creati. Quando si muoveva fra di loro si sentiva sporco, contagiato dal loro odore, dalle loro risate. Non riusciva a smettere di fissarli negli occhi quando piangevano, doveva vedere quanto orribile diventava il volto una volta che le lacrime iniziavano a sgorgare. Non si capacitava del loro bisogno di successo, di essere amati.
Ne uccideva qualcuno ogni tanto, giusto per abbassare la tensione. Lo faceva con calma, lo faceva per umiliarlo. Non riusciva a provare pietà durante le catastrofi, non riusciva a non sorridere davanti alle stragi.
Odiava il mondo e ciò che ci camminava sopra.
Odiava gli anziani in fila alla posta, i mendicanti fuori dai supermercati, le ragazze ben vestite nei negozi di moda. Odiava gli imprenditori e i loro Ipad, gli edicolanti e i loro freddi baracchini di giornali inutili che parlano solo di altri esseri umani inutili. Odiava la musica suonata, la parola recitata, l'emozione dipinta.
Odiava tutte quelle cose che un piccione di 78 chili non può capire.

Prendi un volatile, mettigli il potere fra le ali, digli di fare ciò che vuole.
Lo lascerà li per poter tornare subito a volare.

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